College Football: Preview - Primo Turno Playoff

Cominciano ufficialmente i College Football Playoff: la posta in gioco si è alzata, non si può più sbagliare perché chi vince potrà avvicinarsi all’ambito titolo nazionale, chi perde tornerà a casa pieno di rimpianti.
Non senza qualche polemica le 12 squadre selezionate dal CFP Committee inizieranno da stanotte il percorso per poter arrivare il 20 gennaio all’Hard Rock Stadium di Miami con la speranza di aggiungere un prestigioso trofeo alla propria bacheca o ritornare sul gradino più alto dello sport collegiale dopo anni di difficoltà.

In questo primo round si disputeranno 4 partite on campus per decidere chi affronterà con l’anno nuovo le 4 squadre classificatesi in cima al ranking disputando i primi 4 bowl dei “New Year’s Six” (Orange Bowl, Rose Bowl, Sugar Bowl e Cotton Bowl).

Alabama Crimson Tide (9) @ Oklahoma Sooners (8)
Ad aprire le danze del primo round è il rematch della week 12 tra Alabama e Oklahoma. Si preannuncia come una sfida impronosticabile, perché entrambe le squadre hanno avuto delle stagioni non entusiasmanti e sono rientrate nella lotta playoff un po’ per il rotto della cuffia, anche grazie alle performance alquanto deludenti di squadre che potevano essere delle dirette rivali (Michigan, Texas o LSU solo per citarne alcune).
Tutte le pressioni della vigilia sono ovviamente sulle spalle di Alabama che sa di non dover sbagliare questa partita per non alimentare le giĂ  numerose critiche riguardo i favoritismi ricevuti dal Committee.

I Crimson Tide, come detto nelle scorse settimane, hanno avuto una stagione leggermente sotto le aspettative, non tanto per il record finale (10-3) ma per quanto mostrato sul terreno di gioco.
Infatti, sebbene si siano sempre dimostrati una squadra che fa dell’efficacia offensiva la sua chiave (l’attacco produce poco più di 31 punti di media a partita), non appena il livello delle avversarie si alza, iniziano le difficoltà. Il primo esempio sono le sfide contro Oklahoma di poco più di un mese fa o il Championship Game della SEC, entrambe finite con una sconfitta per Alabama, ma anche nel caso di vittorie contro squadre in ranking, il successo è stato molto faticoso.
La chiave per Alabama sarà proteggere Ty Simpson. Il quarterback dei Tide infatti ha avuto un primo anno da titolare pieno di alti e bassi: 26 touchdown e 3268 yard lanciate con un completion rate del 64% sono le note positive, la nota negativa è quella dei 25 sack subiti, un dato non molto rassicurante, specie se la squadra che si sta per affrontare è la prima in tutto il Paese per sack ottenuti (41).
Sarà importante poi per Alabama riuscire a sviluppare bene e fin da subito il proprio passing game perché, quando si tratta di corse, la difesa di Oklahoma è un muro (solo 81.4 yard concesse di media).

Parlando invece dell’altra metà campo, cioè dei Sooners, bisogna dire che gran parte delle performance offensive sono dipese dalle condizioni di John Mateer, che per la prima metà di stagione era uno dei candidati per la vittoria dell’Heisman. Per il quarterback dei Sooners le statistiche non sono così rosee come quelle del suo rivale: 12 touchdown e 10 intercetti per quanto riguarda il passing game, 7 touchdown sulle corse.
La vera arma di Oklahoma però è la difesa. Abbiamo già parlato delle statistiche riguardanti i sack e le yard concesse sulle corse. Un aspetto che colpisce è la capacità di generare pressione con gli elementi della defensive line, che riescono a mettere in difficoltà le offensive line avversarie con un’ottima pass rush.
Sarà quindi una sfida tra una grande difesa e un attacco che, se in giornata, può essere molto esplosivo.
Kickoff previsto per le 02:00 di sabato 20, partita visibile gratuitamente su DAZN.

Miami Hurricanes (10) @ Texas A&M Aggies (7)
Sfida tra una squadra graziata nella corsa ai playoff e una delle grandi deluse di questa post- season: Miami rientrata nella lotta con un ultimo colpo di reni e Texas A&M che dopo aver passato una stagione tra le prime 4 squadre, si è ritrovata nella zona calda dopo aver perso il Lone Star Showdown.
Quella a College Station sarĂ  la sesta sfida tra le due compagini, e per ora il record dei 5 incontri precedenti (dal 1944 ad oggi) recita 3 vittorie per Miami (ultima nel 2023) contro le 2 degli Aggies.

Miami si presenta alla sfida con un carico di pressione enorme sulle spalle: deve dimostrare che il Committee ha fatto la scelta giusta a preferirli a Notre Dame e, più importante, è l’unica rappresentante della ACC in questi playoff.
Carson Beck ha avuto la sua miglior stagione a livello di completion rate, 74,7% dietro solo a Julian Sayin (considerando solo i quarterback con piĂą di un passaggio tentato), nonostante siano calati i touchdown e aumentati gli intercetti, segno che il playbook offensivo di coach Mario Cristobal ha permesso agli Hurricanes di non dipendere totalmente dalle prestazioni del loro quarterback.
In queste prime 12 partite grandi meriti delle performance offensive degli Hurricanes vanno dati ai compagni di backfield di Beck, ovvero i 3 runningback Mark Fletcher Jr, CharMar Brown e Girard Pringle Jr che hanno collezionato 19 touchdown, ai quali aggiungere i 14 del letale one-two punch del recieving core Malachi Toney (target numero uno di Beck in questa stagione) e CJ Daniels (che vorrĂ  chiudere la sua carriera con la divisa degli Hurricanes con un trofeo).
Alle prestazioni esplosive dell’attacco si devono aggiungere quelle della difesa, che molte volte ha permesso a Miami di vincere le partite “difficili”. Quella degli Hurricanes è infatti la sesta miglior difesa a livello nazionale per punti concessi agli avversari (poco meno di 14 di media) e settima per rushing yard regalate agli avversari (meno di 87). A queste statistiche va aggiunta quella dei turnover generati: 12 intercetti e 12 fumble forzati, segno che tutta la retroguardia di Coach Cristobal ha un’eccellente capacità di saper leggere gli schemi avversari e sa quando essere aggressiva (un altro dato interessante è quello dei sack, 34 ottenuti finora, sedicesima miglior prestazione a livello nazionale).

Dall’altra parte Texas A&M arriva circondata da opinioni dubbiose: è vero  che hanno avuto una stagione quasi perfetta (11-1), ma molte volte durante la stagione sono apparsi come una squadra dalla doppia personalitĂ , capace di tenere l’avversario sotto scacco sin dal primo possesso, ma allo stesso tempo in grado di auto sabotarsi in pochi drive.
Aggiungiamo anche l’enorme pressione che i tifosi degli Aggies stanno ponendo sulla loro squadra, che non solleva un trofeo nazionale dal 1939 e uno di conference dal 1998.
Offensivamente la squadra di Coach Mike Elko è dipesa molto dalle performance di Marcel Reed, che finora ha prodotto 31 touchdown (25 lanciati e 6 corsi) e da un ottimo apporto del trio Rueben Owens II, Le’Veon Moss e EJ Smith, che sono responsabili di gran parte delle rushing yard e touchdown degli Aggies. I problemi sono maggiori a livello di receiving core, perché escludendo la coppia KC Concepcion e Mario Craver, la produzione di yard sulle ricezioni è molto scarsa (non che le cifre di Concepcion e Craver siano così entusiasmanti, dato che entrambi sono sotto le 1000 yard).
La chiave sarà quindi la precisione di Reed e compagni, perché una prestazione come quella del primo tempo contro South Carolina (4 turnover e una difesa addormentata) non è ripetibile, soprattutto perché la difesa di Miami è una delle migliori di tutto il Paese.
Kickoff previsto per le 18, partita visibile gratuitamente su DAZN

Tulane Green Wave (12) @ Ole Miss Rebels (6)
Altro rematch di regular season in salsa playoff è quello tra Tulane e Ole Miss: le due squadre  si erano affrontate a settembre con i Rebels usciti trionfanti.
Da quel match di settembre però sono cambiate tante cose, specialmente per Ole Miss, ovvero il turbolento addio di Lane Kiffin verso la Louisiana, direzione Baton Rouge.
Il risultato della sfida appare già scritto, con Ole Miss data come favorita, però non bisogna mai escludere la possibilità di upset da parte di Tulane.

Partendo proprio dai Green Wave, va dato loro credito per aver disputato una stagione piĂą che dignitosa, macchiata solo dalla sconfitta contro UTSA per quanto riguarda il cammino di conference.
Il perno offensivo, come capita molto spesso nelle squadre delle group of 5, è il quarterback, Jake Retzlaff, che in questa stagione si è letteralmente caricato sulle spalle l’attacco della squadra, con 14 passing touchdown e 16 rushing. La buona notizia è che Retzlaff avrà a disposizione ancora un anno di eleggibilità, per cui se decidesse di restare nelle zone di New Orleans anche per la prossima stagione, potrebbe guidare i Green Wave verso un’altra stagione come quella che si sta per concludere.

Passiamo a Ole Miss. Sono passate ormai un paio di settimane dalla conclusione del “caso Kiffin” e, dopo le più che giustificate critiche rivolte al neoallenatore di LSU da parte dei suoi ex giocatori, si spera che Coach Golding sia riuscito a ridare un po’ di serenità allo spogliatoio dei Rebels, riportando il focus dei giocatori su quanto c’è in palio in questo finale di stagione.
Da tenere d’occhio sarà la coppia Trinidad Chambliss e Kewan Lacy, che finora hanno prodotto poco meno di 4300 yard e 38 touchdown (tra i lanci di Chambliss e le corse di Lacy) e l’esplosività di tutto l’attacco, che ha dimostrato di aver bisogno di poche azioni per raggiungere la endzone.
Queste statistiche sono però frutto della gestione Kiffin, bisognerà vedere se coach Golding (che fino a un mese fa era il defensive coordinator dei Rebels) avrà apportato qualche tocco al gameplan generale della squadra, oppure avrà lasciato carta bianca al suo collega Charlie Weis Jr, per cercare di rallegrare gli animi in quel di Oxford.
Kickoff previsto per le 21:30, partita visibile gratuitamente su DAZN

JMU Dukes (12) @ Oregon Ducks (5)
A chiudere questo primo round sarà la storica sfida tra JMU e Oregon. Si tratta infatti del primo incontro tra le due squadre, dato che Oregon ha affrontato solo 4 volte nella sua storia una squadra della Sun Belt Conference e JMU è entrata a far parte della Division I solo dalla stagione 2022/23.
Sebbene per molti possa sembrare una partita dall’esito già scritto (terza squadra della BIG 10 contro campionessa della SBC), la sfida tra Ducks e Dukes potrebbe regalare più sorprese di quanto ci si aspetti.
Si affronteranno infatti due team con un alto potenziale offensivo (espresso in modo diverso sul campo) e molto simili difensivamente, con la tendenza a concedere pochi punti agli avversari.

Partendo ad analizzare gli ospiti, JMU è passata molto sotto i radar in questa stagione (complice anche la poca visibilità di cui gode la SBC), ma ha avuto un ruolino di marcia impressionante durante la regular season: dominio totale a livello di conference (unica squadra imbattuta con un record di 8-0) e una sola sconfitta subita per mano di Louisville in week 2.
C’è però un dato per cui la squadra di Coach Bob Chesney non passa inosservata: il running game. I Dukes, infatti, sono al sesto posto nazionale per produzione di rushing yard medie a partita (245.8) e secondi per yard concesse (76.2, dietro solo a Texas Tech che viaggia a una media inferiore a 70).
Da tenere d’occhio per i Dukes sarà Alonza Barnett III che tra lanci e corse ha creato per l’attacco di JMU quasi 3000 yard, lanciando per 23 touchdown e ottenendone 14 sulle corse. Il problema del quarterback junior dei Dukes ha riguardato però il numero di sack subiti, 18 fino ad ora, un dato non proprio entusiasmante in vista di una sfida contro una difesa che (con un calendario nettamente più impegnativo) ne ha ottenuti 23.

Parlando di Oregon bisogna considerare subito un aspetto che va a favorire i Ducks rispetto a JMU, ovvero l’aver potuto sfruttare una settimana di pausa grazie alla mancata partecipazione al Championship Game della BIG 10.
Per quanto riguarda le performance dei Ducks c’è poco da dire: l’attacco bidimensionale è molto efficace, con una media di 38.2 punti segnati a partita (dato un po’ influenzato dalle performance contro Iowa e Wisconsin, uniche gare in cui hanno segnato meno di 25 punti) e ha un’incredibile capacità di generare azioni esplosive per segnare in fretta. Difensivamente invece Oregon è una “no fly zone” con sole 144.5 yard di passing game concesse agli avversari.
Le chiavi della partita saranno quindi per JMU cercare di stabilire un vantaggio nel running game (sia offensivamente che difensivamente), mentre per Oregon sarà importante riuscire a mantenere alta la concentrazione dal primo all’ultimo possesso, sperando di non incappare in debacle come quella contro Iowa (risolta solo con un field goal a fine partita).
La differenza la farà anche il fattore campo perché, dato che il primo round si disputa on campus, i Ducks avranno tutto il supporto dell’Autzen Stadium, che si preannuncia caldo come sempre.
Kickoff alle 01:30 di domenica 21, partita visibile gratuitamente su DAZN

✍️Loris Perego per L’intercetto.it
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