NFL: Top e Flop di Week 1

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TOP
#1: La difesa dei Green Bay Packers

Le aspettative sul non troppo indimenticabile reparto difensivo di Green Bay si sono vertiginosamente alzate dopo l’incredibile trade che ha portato Micah Parsons in Wisconsin in cambio di 2 pick al primo giro e Kenny Clark. La beffa, ad ogni modo, era dietro l’angolo, specialmente se l’avversario si chiama Detroit e se non tutti titolari sono al 100% (incluso l’ex Dallas Cowboys). Ma il reparto coordinato dal sempre più maturo Jeff Hafley ha risposto presente, concedendo solamente 13 punti a dei Lions
già spentissimi di per sé, figurarsi con una pass rush così asfissiante come quella mostrata ieri dai cheeseheads. 4 sack (di cui una proprio dell’attesissimo Parsons che ha fatto impazzire tifosi e panchina), 9 tackle for loss e un intercetto di Evan Williams hanno guidato i Packers verso una preziosissima vittoria anche in chiave Division, che sulla carta rimane una delle più toste mai viste.

#2 Josh Allen
L’MVP in carica ci abitua alle sue magie ormai da molti anni, ma la rimonta dei suoi Buffalo Bills avvenuta contro i Baltimore Ravens nella notte tra domenica e lunedì era comunque difficilissima da pronosticare, per come si erano messe le cose. A poco più di 5 minuti dalla fine, con Buffalo sotto di 15, ecco il primo drive vincente con ZERO (0) corse di Cook & co., solo fiducia estrema fiducia nel numero 17. Subito dopo fumble di Derrick Henry, palla recuperata, dime da 40 yard di Allen verso il TE Hawes e dive sopra compagni e avversari da una yard per un altro touchdown pesantissimo. Allen chiude con quattro TD (2 passing e 2 rushing), 394 yard passate e 30 corse.

#3 Aaron Rodgers
Inizio di stagione che i grandi registi avrebbero potuto solo sognare scrivendo le loro sceneggiature su questa week 1 di NFL. Il quarterback al centro di critiche e pessimismo, ormai al capolinea, scaricato dalla squadra che tanto aveva creduto in lui… batte la suddetta squadra, in rimonta, con una prestazione a dir poco nostalgica: 4 touchdown, 0 intercetti e 22 passaggi completati per un totale di 244 yard: una statline tra l’altro mai vista nella storia NFL per un QB al debutto in una nuova squadra. C’è sempre il tempo per stupire per AR12. “I was happy to beat everyone associated with the Jets”, felice di aver battuto chiunque associato ai Jets, ha dichiarato poi nel post partita. E dopo questi anni a dir poco travagliati…ci mancherebbe.

#4 L’insperato attacco degli Indianapolis Colts
Ipotetico franchise quarterback così tanto in crisi da essere ufficialmente piazzato in panca, ingaggio di Daniel Jones come QB1, Head Coach sotto pressione…e Miami Dolphins annientati col punteggio di 33-8. Jones parte in grande, grandissimo stile, diventando il primo quarterback del secolo a condurre tutti i drive di una partita (7 in totale) a punti. 272 yard lanciate per l’ex New York Giants con un passing touchdown e 2 rushing. A segnare e beneficiare dei passaggi del 28enne è specialmente Michael Pittman (6 ricezioni per 80 yard totali); ottima prova anche del tanto atteso rookie tight end Tyler Warren, che guida la squadra per numero di ricezioni (7) concludendo con 76 solide yard. Vittoria preziosa di Indianapolis che non deve sprecare queste chance per sperare quantomeno di fare bene in una division abbordabile.

#5 Emeka Egbuka
A proposito di Division non di altissimo livello, ecco la NFC south: i Tampa Bay Buccaneers tornano a battere gli Atlanta Falcons dopo 2 sconfitte su 2 lo scorso anno, e lo fanno anche grazie all’attesisimo rookie Emeka Egbuka, autore di 2 touchdown decisivi per il 23-20 finale, di cui uno a un minuto dalla fine con i Bucs in svantaggio di 3 punti. Con Chris Godwin ancora assente e Mike Evans che inizia a faticare contro Padre Tempo, Baker Mayfield sarà molto, molto felice di aver trovato un altro ricevitore talentuoso, il terzo di questa classe Draft tra i pari ruolo dopo Travis Hunter e Tetairoa McMillan. Il prodotto di Ohio State chiude con le prime 4 ricezioni della carriera che gli valgono 67 yard, 9 yard corse e, appunto, 2 belli e importanti touchdown. Insomma, qualcuna delle 18 squadre che hanno scelto prima di Tampa al primo giro di quest’ultimo Draft potrebbe decisamente pentirsi in futuro.

FLOP
#1 Tua Tagovailoa

Premetto subito: non penso sia una questione di aspettative. A inizio carriera il prodotto di Alabama sembrava poter diventare un fenomeno di questo sport, e moltissimi credevano tanto in lui. Ma se oggi non siamo in questa situazione è perché non possiamo trovarci in questa situazione: Tagovailoa è un giocatore che, oltre ad avere attorno a sé un reparto offensivo piuttosto confuso, a partire da coach McDaniel, non può andare oltre certi limiti. Io non ho mai giocato una partita di football in vita mia, ma immagino che scendere in campo consapevole che uno scontro violento potrebbe mettere fine alla tua carriera non dev’essere così confortevole. Non è mai stato un giocatore dalle letture splendide e continua a dimostrarcelo nonostante tutto, sia chiaro, ma è innegabile che il peso della componente psicologica sulle sue prestazioni (unito a tutto il resto, appunto) ci sia e pesi.
Il tutto, quasi dimenticavo, per 114 misere yard, un touchdown, 2 intercetti terribili e solamente 51.7 di passer rating contro, come vi abbiamo già raccontato, dei Colts decisamente affamati.

#2 L’attacco dei Cincinnati Bengals
Cosa ci nega di chiamare flop anche chi vince? Nulla, per fortuna, anche perché quella dei Bengals contro i Brown (17-16 il risultato finale) è la classica partita in cui non è una squadra a vincerla, quanto l’altra a perderla (ci arriviamo). Restando temporaneamente a Cincy…che fatica! L’attacco, anzi il passing game che doveva dimostrarsi stellare e ai limiti dell’ingiocabile delude nettamente le aspettative, con Joe Burrow che lancia per sole 113 yard e i wide receiver Chase e Higgins che, insieme non superano le 60. Alla fine, in qualche modo, Zac Taylor e i suoi ragazzi portano a casa la vittoria… ma con tanta, troppa fatica.

#3 Andre Szmyt
Pagherei oro per visitare, da esterno, le teste dei kicker al loro debutto in NFL. È purtroppo il caso di Andre Szmyt, che 2 anni fa firmò con i Chicago Bears ma senza mai esordire, per poi proseguire in UFL con i St. Louis Battlehawks. Poi practice squad dei Cleveland Browns, taglio, nuovo contratto e debutto. Insomma, una storia travagliata già prima del suo effettivo inizio. La ciliegina sulla torta: un extra point sbagliato e soprattutto il field goal da 36 yard del potenziale vantaggio a poco più di 2 minuti dalla fine. Forse era meglio non fare iniziare la storia, a questo punto…

#4 Bryce Young
Ovviamente tutti i giudizi, essendo io un banalissimo appassionato dall’altra parte dell’America ed essendo solamente la prima settimana di football, sono da prendere con le pinze. Resta però altrettanto certo che, se si parla di Bryce Young, queste premesse vengono meno. Non c’è niente da fare, il ragazzo non sembra pronto a fare il salto di qualità. Contro i Jacksonville Jaguars chiude con 18 completions su 35 tentativi, un touchdown, 2 intercetti e 49 di PR. Mostra senz’altro buoni spunti in corsa, ma serve ancora di più… e non sono sicuro che il tempo per convincerci che possa riuscirci sia ancora così tanto.

#5 La difesa di Jets… e Steelers
Una delle partite più belle della prima settimana ha mascherato i gravi problemi di New York Jets e Pittsburgh Steelers in difesa. Troppi punti presi da entrambe (match terminato 34-32 per Pittsburgh) e la sensazione che si potesse fare estremamente meglio ambo i lati. Il neoarrivato in Pennsylvania Juan Thornhill, safety che arriva dai Kansas City Chiefs, ha dichiarato che, per farla breve, non erano pronti ad affondare un QB che corre tanto come Justin Fields perché si sono allenati con Rodgers tutta l’estate…forse bisognerebbe svelare al 2 volte campione al Super Bowl e compagni che dovrebbero sì iniziare a lavorare sugli aggiustamenti tattici, ma anche sulla mentalità.

✍️Alessandro Di Marzo - L’intercetto.it
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