NFL: Intervista al Tifoso - Tennessee Titans
Intervista a Danilo Fontana, amico con cui collaboro al Podcast Total Football, nonché futuro autore di articoli sulla NFL qui su L'intercetto.it.
Danilo è un grande appassionato di Football sia NFL che College (FBS e FCS) e tifoso dei Tennessee Titans e dei Notre Dame Fighting Irish. Oltre a far parte del gruppo Tennessee Titans Italia, è autore del Podcast Saturday Noon Fever di Pick Six Network
D: La stagione 2024 si è chiusa con un deludente 3-14, portando a 3 le stagioni chiuse con record negativo consecutive. Se però nel 2022 e nel 2023 qualche sprazzo di gioco si era visto, lo scorso anno è sembrato mancare un po' tutto. Dal QB Will Levis ad una difesa che in ben 8 partite ha concesso più di 30 punti agli avversari.
Tu che conosci bene i Titans a cosa imputi questa stagione così negativa?
R: La verità è che la squadra ha pagato un paio di anni di ricostruzione confusionaria e con scelte discutibili come quelle di Burks e Levis. La scorsa stagione poi si è avvertito un vuoto di potere a livello di front-office che ha avuto ripercussioni sul lavoro di coach Callahan e del suo staff. Sulla difesa l’analisi deve essere condotta con maggiore attenzione perché grossa parte di quei punti subiti derivavano da turnovers dell’offense e da grossolani errori degli special team, disastrosi per tutta la stagione. Inoltre i numeri che hai citato si riferiscono perlopiù alla seconda parte della stagione quando la folle trade di Jones e gli infortuni, 4/5 della secondaria erano fuori, hanno condizionato le prestazioni della squadra. Bisogna tenere conto che il reparto difensivo fino a metà stagione era in Top3 per minor numero di run yards concesse ed in Top5 nelle statistiche più importanti sul passing game, segno evidente che il lavoro di Dennard Wilson è stato positivo.
D: Avevate la prima scelta assoluta al Draft e come previsto siete andati sul QB Cameron Ward. Sei fiducioso nel ragazzo e pensi che su di lui si possa costruire un futuro più radioso per i Titans?
R: La domanda principale non è se Cam Ward ha il talento per essere il QB franchigia ma se l’attuale coaching staff è in grado di sviluppare quel talento. Cam Ward è un giocatore di talento, questo è fuori discussione, ma ha anche dei difetti su chi deve lavorare, tra cui la posizione under center e la tendenza a cercare troppo il big play. In questi primi mesi sta mostrando un ethic work eccellente, caratteristica già evidenziata negli anni al college, e questo lascia ben sperare. Tuttavia io ho ancora dei dubbi su coach Callahan e sul coaching staff offensivo, dubbi che non mi lasciano completamente tranquillo. Sicuramente gli upgrade apportati nel reparto WR e nell’OL aiuteranno Ward all’impatto con il pianeta NFL ma la strada è lunga e bisognerà avere pazienza gestendo al meglio gli eventuali errori del QB.
D: Oltre a Ward, come giudichi il Draft e la Free Agency fatta dai Titans?
R: Io ho dato B- alla off-season dei Titans. La squadra è completa, o quasi, ma con alcuni punti di domanda piuttosto importanti. Perdere Landry, Awuzie e Murray senza ricavarne niente è stato un delitto e, inoltre, gli arrivi di Moore e Van Jefferson non sembrano soluzioni ottimali per la squadra. Però gli arrivi di Lockett, Woods, Burton, Zeitler, Jones, Hekker e Slye uniti ai rinnovi di Cox, Reese e Joseph-Day sono mosse molto positive. Il Draft è stato molto di prospettiva e poco rivolto all’immediato, ma ha coperto tutte le needs della squadra a parte il reparto LB. Sono molto contento delle scelte di Ayomanor, Helm e Mullings mentre mi convincono poco le altre scelte. Sicuramente si poteva scegliere meglio ma il grande margine di crescita dei giocatori scelti lascia i giudizi sospesi. Molto positivo il lavoro sugli undrafted con le firme di Restrepo, Harris, Raikes e Horsley, giocatori di valore che era lecito aspettarsi selezionati nei sette round.
D: Sei d'accordo con la scelta di tenere l'Head Coach Brian Callahan, nonostante una stagione fallimentare?
R: Come ho già anticipato non sono completamente convinto da Coach Callahan e dal suo coaching staff, ad eccezione di quello difensivo. Però ritengo che il lavoro di un HC debba essere valutato dopo almeno due stagioni quindi sono d’accordo sulla sua conferma. Peraltro Callahan ha dovuto lavorare con un QB che non ha scelto lui e che si è rivelato un giocatore troppo limitato per il livello NFL. Gli do merito di aver riconosciuto i propri errori e di aver cercato soluzioni alternative, mi riferisco in particolare ai cambi nel coaching staff e qualche scelta forte nel roster come lo spostamento di Latham a destra o il taglio di Harold Landry.
D: Restando in tema HC Mike Vrabel, sembrava destinato a una lunga carriera ai Titans, sei d'accordo con il suo licenziamento o forse vista la stagione 2024 forse era meglio continuare con lui?
R: Il rapporto tra Vrabel e la proprietà si era ormai logorato, soprattutto a causa del carattere forte di Vrabel, ottimo HC ma eccessivamente orgoglioso e poco propenso alla collaborazione con il front-office che lui voleva dominare. Continuare avrebbe significato condannare la franchigia ad anni di confusione. Ovviamente bisogna essere grati a Vrabel per il lavoro svolto ma la separazione è stata necessaria. Da ora in poi sarà un avversario.
D: Come pensi che andrà il 2025, è secondo te possibile un approdo ai Playoff?
R: Come detto la squadra è completa, o quasi, ma con alcuni punti di domanda piuttosto importanti. L’OL e soprattutto Dan Moore, che desta evidenti preoccupazioni, l’assenza di un’élite LB, i dubbi sulla pass rush, che appare indebolita, e la poca profondità in secondaria. A questo bisogna aggiungere un QB rookie che necessita di tanto lavoro di adattamento al livello NFL ed un corpo ricevitori tutto da verificare. Sicuramente è stato fatto un buon lavoro di prospettiva ma al momento il giudizio non può che essere molto cauto. Una stagione da sei/sette vittorie potrebbe rappresentare un ottimo risultato nonché un eccellente punto di partenza verso il rilancio della franchigia.
D: Se tu dovessi farmi una lista dei 3 (se vuoi anche 5) giocatori più rappresentativi dei Tennessee Titans da quando li segui ad oggi, chi metteresti?
R: Innanzitutto Steve McNair, il giocatore che mi ha fatto innamorare dei Titans. Ricordo quel momento emozionate, era il Championship della stagione 1999 contro i Jaguars quando a 7:48 dalla fine AirMac dalle 38 yards tagliò il campo e la difesa dei Jaguars arrivando ad una yard dal TD e, di fatto, trascinò i Titans a vivere il sogno di giocare il Super Bowl. Scrissi un bel post su di lui per la pagina Tennessee Titans Italia descrivendolo con l’espressione del film “Amici Miei” del 1975 “Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione.”. Il secondo giocatore è sicuramente Derrick Henry, giocatore che mai avrei lasciato andare via ed a cui avrei concesso l’onore di superare il record di yards corse di Eddie George. The “King” è la stella più brillante del passato recente dei Titans, l’uomo che fa di una squadra di medio ranking una vera contender, nascondendo i limiti del roster e, soprattutto, del coaching staff. Credo che insieme con AirMac sia il giocatore che più mi ha emozionato in assoluto. Il terzo nome è difficile perché ne avrei tanti da citare. Nella difficoltà mi affido al cuore e cito Delaine Walker che ho avuto modo di incontrare a Londra in occasione dell’ultima trasferta Titans in Inghilterra. Giocatore sontuoso e persona di grande disponibilità che non ha avuto il minimo indugio a scendere tra i tifosi per rilasciare autografi e fare foto.
D: Adesso invece ti chiedo quale sia stato il giocatore più forte tra quelli che hai visto?
R: Non è semplice rispondere. Però voglio provare indicandone tre, uno per reparto. Dan Marino, Deion Sanders e Adam Vinatieri. Il primo è stato probabilmente il QB tecnicamente più forte di sempre, un giocatore fantastico che purtroppo non è riuscito a fregiarsi dell’anello del Super Bowl che avrebbe meritato. Sanders era emozione pura, genio in campo, folle fuori dal campo. Penso sia stato uno dei difensori più determinanti di sempre. Vinatieri ha segnato almeno due Super Bowl con i suoi FG, un kicker glaciale che purtroppo ho visto troppe volte da avversario diretto.
D: Invece la partita che ti ha emozionato di più?
R: Per me che sono un’amante del football difensivo, il Wild Card Game della stagione 2019 tra i New England Patriots e miei Tennessee Titans, l’ultima partita di Tom Brady in maglia Patriots. Un capolavoro difensivo di Dean Pees che imbavagliò l’attacco dei Patriots e regalò ai Titans una insperata vittoria nel freddo Gillette Stadium. Le immagini del Pick Six con cui Logan Ryan regalò la vittoria ai Titans per 20 a 13 mi esalta ancora.
D: Approfitto del fatto che tu segua sia la NFL che il College Football per chiederti, quale preferisci e perché?
R: Tendenzialmente preferisco il College. Ritengo che il gioco sia più spettacolare e genuino. Inoltre c’è una maggiore competitività e rivalità più accese, soprattutto se non ci si limita a guardare solo i top college ma ci si dedica anche alle conference minori ed alla FCS. Il particolare più importante, però, è la maggiore voglia di sperimentare che caratterizza il pianeta NCAA, un capitale importante anche per la NFL.
D: Per concludere una domanda quasi scontata da fare a qualsiasi appassionato di Football. Come ti sei avvicinato a questo sport e perché hai iniziato a tifare proprio i Titans?
R: Sono stato attratto da questo sport, che inizialmente non comprendevo, sin da bambino. Il mio approccio è stato però difficile perché il capitale di partite che negli anni 90 venivano trasmesse era molto limitato. Un impatto notevole lo hanno avuto i film e, soprattutto, il gioco per PS “Madden” e da lì la passione è diventata inarrestabile. Ormai sono quasi trent’anni che seguo questo sport che nella mia scala di preferenze è da almeno dieci anni il mio preferito. Per quanto riguarda la passione Titans è nata durante il Championship della stagione 1999. Fin lì non avevo individuato una squadra di riferimento e seguivo più che altro i migliori giocatori come Dan Marino, Emmith Smith, Jerry Rice, Brett Favre e John Elway, per fare qualche nome. Poi a 7:48 dalla fine di quella partita, Steve McNair ha segnato per sempre il mio futuro di tifoso. Da quel momento in poi McNair, Eddie George, Kearse, Bullock, Bishop, Rolle, Mason, Wycheck e tutti gli altri grandi interpreti di quella squadra diventarono i miei miti e nemmeno dopo la fine dell’epopea di quella squadra sono riuscito a distaccarmi, nonostante le tante delusioni e le poche soddisfazioni. Una confidenza posso fartela: pensa che fino a quella giocata di McNair la mia passione di tifoso era in bilico tra Jaguars, Rams e Titans, AirMac ha sciolto ogni mio dubbio.
Chiudo ringraziando Danilo Fontana per la disponibilità e della sua conoscenza sul Football a 360 gradi e sui Tennessee Titans in particolare.
Intervista di Fabio Bertini - L’intercetto.it
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