NFL: Inside the Playbook - Analisi Tattiche e Schemi di Gioco (Gli Ultimi 7 minuti di Giants - Broncos)
Sette minuti e mezzo di pura follia sportiva!
Si, parliamo della partita più strana della settimana numero sette, della stagione NFL 2025, che ha visto protagonisti i Denver Broncos e i New York Giants.
Inizia il quarto quarto di partita, in attacco c’è la squadra di casa che disperatamente cerca di ottenere i primi punti della partita. E ci riesce… Peccato però, che il tabellone segni un bel 19:8… per gli ospiti! Il divario è importante e infatti, i “Giganti” riescono ad allungare di ulteriori sette punti, “mangiando” circa quattro minuti e mezzo di cronometro (+18 punti di vantaggio).
Lo stesso pattern si ripete nell’ultimo minuto e mezzo di partita: due “Touchdown” a testa (“Extra Point” sbagliato da parte del “kicker” di NY) e un “Field Goal” da parte degli ospiti che idealmente ridurrebbe lo scarto di soli 4 punti (+14 punti per i Giants).
E invece no, si tratta del “FG” decisivo della partita che fa sprofondare la squadra della “Grande Mela” a -1 punto di svantaggio nei confronti dei Broncos.
Sette minuti e mezzo di (stra)ordinaria follia si diceva, che caratterizzano la parte centrale dell’ultimo quarto.
In questa fase del gioco, i drive sono così distribuiti: due drive a testa in cui i “Giants” rimangono a secco, consumando complessivamente circa un minuto e mezzo di cronometro, mentre i “Broncos” producono ben 15 punti (due TD con una conversione da due punti), impiegando circa sei minuti di tempo.
Il presente articolo si fonda dunque sull’analisi dei momenti salienti di quel minuto e mezzo in cui NY “butta via” definitivamente la partita.
Dopo due corse del “RB” Cam Skattebo per un guadagno limitato, il primo dei due drive chiave ci porta ad un importante 3&5.
L’offense newyorkese si schiera con una formazione “Split Backs” (anche se in questo caso nel backfield non c’è una coppia di ‘Backs ma il Running Back #44 Skattebo ed il Tight End #82 D. Bellinger) pronta a neutralizzare gli eventuali “Blitz” (pressione portata anche da parte di giocatori non facenti parte della “Defensive Line”) da parte della difesa: [Immagine 1 sotto]
Quest’ultima infatti, presenta un look pre-snap decisamente aggressivo, richiamando quella che potrebbe essere una tradizionale giocata di tipo “Fire Zone”.
Il concetto della copertura “Fire Zone” si basa su un incremento di pressione nei confronti del “QB” mediante “Blitz”, ma allo stesso tempo mantenendo una copertura a zona a discapito di un uno contro uno classico.
Si può pensare quindi ad una “Fire Zone” di tipo “Fire 3”, in cui la pressione è esercitata da 5 difensori (ad esempio, un Linebacker e due Defensive Backs, oltre ai due Defensive Linemen) e la copertura sui passaggi viene assicurata mediante 6 giocatori disposti a zona (3 deep e 3 underneath).
Oppure ad una “Fire Zone” di tipo “Hot” in cui i difensori in “Pass Rush” sono 6 (rispetto al caso precedente si aggiunge l’Edge #0 e quindi si passa a 1LB+2DB+3DL) e di conseguenza gli uomini a difendere a zona diventano 5 (3 deep e 2 under): [Immagine 2 sotto]
Nel caso specifico però, la difesa manda in pressione ben 7 giocatori, aggiungendo pure il secondo “Edge”, mantenendo sempre la copertura a tre sul profondo.
Quest’ultima, non rappresenta più una copertura a zona pura ma la secondaria passa in “zone-matching”.
Infine, l’unico difensore “underneath”, che finta il “blitz” per poi collocarsi nella zona “Hook” (#40), dovrà “raccogliere” eventuali tracce provenienti dall’esterno verso il centro di medio-corto raggio (unders / shallow crosses) oppure assistere i “DB” “dal basso” leggendo le intenzioni del QB: [Immagine 3 sotto]
Sotto queste ipotesi, il ruolo dei due giocatori nel “backfield” (#44 e #82) che affiancano il “QB” diventa di fondamentale importanza, sia nella protezione dello stesso che nella ricezione di passaggi veloci atti a battere il “blitzer”, mediante l’esecuzione di tracce dette “Hot Routes” (ad esempio la traccia ipotetica di colore viola del “TE” #82 nella zona “Flat” che potrebbe battere sul tempo la “Free Safety” #22 B. Jones).
Il coaching staff di NY decide di usare entrambi i giocatori nel “backfield” in “Pass Protection”, puntando a guadagnare ulteriori quattro tentativi completando la traccia “dig” del “TE” T. Johnson (#84).
Il “CB” P. Surtain II (#2), in modalità “Man Outside Deep” (MOD), adottando un allineamento post-snap di “Outside Leverage” (allineamento sulla spalla esterna del ricevitore) “cavalca” la “dig” contando sull’aiuto “dal basso” del “Hook Defender” J. Strnad (#40). Infatti, la presenza centrale di Strnad e della “Strong Safety” T. Hufanga (#9) rendono il centro del campo (Middle Of The Field - “MOF”) protetto (“closed”).
Ne viene fuori un intercetto, complice anche la pressione provocata dal “free rusher”, il Nickelback J. McMillian (#29), il quale fa collassare il lato sinistro della “OL” forzando un lancio d’anticipo.
L’offense newyorkese quindi concede un’ottima posizione di partenza all’attacco avversario (il quale ovviamente segnerà quasi subito un “TD” per un 26 a 23 portandosi a -3 punti di svantaggio) ma soprattutto chiude anzitempo uno dei drive più importanti a questo punto della partita, dopo appena 32 secondi effettivi di gioco.
Nel drive successivo, con meno di quattro minuti da giocare e sopra di 3 punti, si arriva sempre ad un terzo tentativo (3&8) e B. Daboll ripropone la stessa formazione offensiva: [Immagine 4 sotto]
La difesa nei primi istanti della fase pre-snap propone sempre otto difensori sulla “LoS” pronti a “blitzare”, per poi mischiare le carte in tavola: Hufanga (#9) infatti si aggiunge alla “LoS” rendendo vulnerabile il centro del campo (MOF open) nei confronti di tracce “Post” dei “Wide Receiver” o tracce “Seam” da parte dello “Slot Receiver”.
Per cercare ad ovviare a ciò, i “CB” devono stavolta impedire ai “WR” di convergere verso il “MOF” cercando di indirizzarli verso la linea laterale del campo (allineamento post-snap di Outside Leverage), mentre lo “Slot” viene preso in carico dal “NB” McMillian (#29) in un uno contro uno a prescindere dal tipo di traccia percorsa (Man Everywhere He Goes - MEG).
Il “Defensive Coordinator” V. Joseph elimina la pressione laterale rispetto alla giocata vista in precedenza, facendo indietreggiare i due ”Edge” nelle zone “C/F” e la “FS” nella zona “Hook”, puntando su una pressione centrale di “soli” cinque difensori.
In questo senso, un’eventuale “Hot Route” da parte del “TE” #82 nella zona “Flat” (traccia ipotetica di colore viola) sarebbe più facile da completare rispetto al caso visto precedentemente, ma sul guadagno dell’importantissimo “1st down” ci sarebbero delle riserve, proprio per la presenza del Curl/Flat (C/F) defender.
Ad ogni modo, i due giocatori nel “backfield” sono chiamati ancora una volta a dare supporto nella protezione del rookie “QB” J. Dart, il quale fa partire un lancio lungo a completare la traccia “Seam” dello “Slot” W. Robinson (#17). Quest’ultimo riesce a battere sulla rapidità McMillian (#29), creando una separazione di circa 2 yds ma il lancio risulta decisamente “overthrown”.
I Giants, incapaci di sfruttare il secondo “match point” consecutivo, fanno finire così un altro drive offensivo che dura appena 69 secondi, alimentando ancora di più le speranze di rimonta dei Broncos.
✍️Boban Ratkushinoski per L’intercetto.it
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