NFL: Inside the Playbook - Analisi Tattiche e Schemi di Gioco (Battaglia in Trincea)

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Nel tradizionale appuntamento del Giorno del Ringraziamento, i Detroit Lions e i Green Bay Packers si sono affrontati in uno scontro dell’esito fortemente condizionato dalla battaglia “in trincea”.
L’analisi si concentrerà sul duello tra la “Offensive Line” (OL) di P. Sewell & Co. e la “Defensive Line” (DL) di M. Parsons & Co. nei momenti cruciali della gara, con particolare focus sui quarti “down” giocati, strategia che contraddistingue coach D. Campbell e il suo approccio super aggressivo in tal senso.

Il primo dei “4th&3” giocati avviene all’inizio del terzo quarto con il punteggio fissato sul 17:14 per i Packers.
La buona riuscita del gioco (Gap Scheme Run) e quindi il passaggio del “Running Back” (RB) J. Gibbs (#0) attraverso il gap più favorevole, dipende soprattutto dal contenimento del “Defensive End” (DE) M. Parsons (#1) e del “Linebacker” (LB) I. McDuffie (#58).
A tal proposito, la “Left Guard” (LG) K. Awosika (#74) ed il “Tight End” R. Dwelley (#82) rappresentano gli elementi chiave dello schema “Power”: il primo ha il compito di “eliminare” il “DE” (“kick-out”) mediante un movimento di “pull”, mentre il secondo, dopo aver operato un “chip block” ai danni di Parsons, dovrebbe assicurare che McDuffie non chiuda il varco aperto dal “Right Tackle” (RT) P. Sewell (#58) e il “puller”, spostandolo verso l’interno del campo. [Immagine 1 sotto]

L’immagine seguente illustra la contromossa di Parsons nei confronti del piano d’attacco dei “Lions”.
Il “DE” infatti, anticipa le intenzioni del “TE” tramite un “braccio teso”, mantenendo il focus sia sulla lettura dei gap del “RB” e sia sul blocco in arrivo da parte della “Pulling Guard” #74. [Immagine 2 sotto]

Ma non è tutto: giocando d’anticipo grazie alla propria reattività nei confronti di Dwelley, quest’ultimo tarderà a bloccare McDuffie, consentendogli di chiudere facilmente il “C-gap”.
Con la chiusura, inoltre, dell’ “A-gap” per mano del “Defensive Tackle” (DT) C. Wooden (#96), Gibbs è ora costretto a correre verso l’esterno (bounce). [Immagine 3 sotto]

È possibile notare come Parsons sia riuscito ad “ammortizzare” il blocco del “puller”, assorbendo il colpo con la spalla destra e mantenendo libero il braccio sinistro allo scopo di bloccare la corsa “esterna” di Gibbs. Il guadagno è negativo e comporta il primo dei due “Turnovers on Downs”. Gli ospiti prenderanno quindi possesso della palla sulle proprie 47 iarde per segnare da lì a poco un “Touchdown” (TD) da 51 iarde, allungando di ulteriori 7 punti (24:14).

L’azione che andremo ad analizzare successivamente (1st&10, sulle 28 iarde dei Packers) si basa sullo stesso concetto di “Power Run” e prevede come “puller” il rookie “TE” Z. Horton (#40), mentre il blocco sul “LB” #58 al secondo livello dovrà essere eseguito dal “Left Tackle” (LT) T. Decker (#68). [Immagine 4 sotto]

La possibilità di Gibbs di passare attraverso il “B-gap” o il “C-gap” risulterà preclusa grazie al blocco mancato nei confronti di McDuffie, il quale “sguscia” via a Decker passando per il “B-gap”, costringendo il “RB” ad allargare la sua traiettoria verso Parsons. [Immagine 5 sotto]

Il “DE” #1 però, in maniera ancora più semplice rispetto all’azione precedente riesce a schivare completamente il “puller” per poi placcare Gibbs, assieme a McDuffie stesso per un guadagno nullo. [Immagine 6 sotto]

Successivamente (3rd&3, sulle 21 iarde di Green Bay), la “OL” di Detroit mette in atto uno degli schemi più utilizzati da coach Campbell, sempre in un contesto di “Gap Scheme” chiamato “Duo”. [Immagine 7 sotto]

Il gioco prevede inizialmente il raddoppio su ciascun “DL” interno, per poi ristabilire l’uno contro uno grazie al passaggio di due “OL” al livello dei “LB”, mentre i “DE” sono in una situazione di “one on one” contro il “LT” (Decker) e il “TE” (Dwelley). Data la presenza di quest’ultimo, i gap da difendere diventano sette e quindi il difensore in più da coinvolgere nel “run stop” diventa la “Safety” (S) E. Williams (#33).
Per ristabilire l’equilibrio numerico, quindi, oltre ai 5 “OL” ed il “TE”, l’attacco deve necessariamente contare anche sui blocchi del “Wide Receiver” (WR) I. TeSlaa (#18). Quest’ultimo, in particolare dovrebbe occuparsene della “S” in modo da tenere pulito il “C-gap” sul lato forte (lato del “TE”) permettendo a Gibbs di eseguire eventualmente il cosiddetto “Cutback”. [Immagine 8 sotto]

TeSlaa (#18), schierato largo a destra a quasi 5 yds da Dwelley,  sembra non aver concluso in tempo il movimento di avvicinamento al “box” nella fase pre-snap; partendo quindi in leggero ritardo rispetto a Williams (#33), gli permette di penetrare nel “C-gap” e di eliminare la possibilità di “Cutback” di Gibbs, costringendolo a deviare la propria traiettoria verso il lato debole. [Immagine 9 sotto]

Il “weak side” “A-gap” sarebbe ancora idoneo per il passaggio ma Williams riesce a placcare da dietro Gibbs, con Parsons in aiuto che chiude definitivamente i giochi sfornando un’ottima tecnica di contenimento (setting the edge) nei confronti del “LT” Decker.
Questa giocata porta i Lions a giocarsi il secondo “4th&3” della partita che provocherà un altro “Turnover on Downs”, consentendo a Green Bay di mantenere il +10 di vantaggio (31:21).

Nell’ultimo drive offensivo della partita, sotto sempre di 10 punti (31:21), Detroit torna ad affidarsi anche al proprio “Quarterback” (QB) J. Goff. Quest’ultimo, nelle situazioni di “clean pocket” vanta un’ottima percentuale di passaggi completati (circa il 75% per secondo miglior risultato tra i “QB”), valore che cala drasticamente (appena sotto il 50%, per la 28-esima posizione) nelle situazioni “under pressure”.
All’inizio del drive dunque, Parsons viene schierato in “Nine Technique (9T)” sul lato opposto rispetto al “TE”. Inoltre, sullo stesso lato viene collocato anche il “DT” in “3T” (allineamento sulla spalla esterna dell’ “OG”), dando luogo al cosiddetto “Under Front”. [Immagine 10 sotto]

Questa situazione dovrebbe favorire “l’uno contro uno” sia del “DT” ma soprattutto di Parsons (#1) contro Decker (#68), con il “double team” sul lato opposto nei confronti del “DT” in “2iT”. [Immagine 11 sotto]

L’apparente movimento iniziale verso l’interno e il cambio di direzione successivo verso l’esterno mettono “fuori gioco” il “LT” Decker (#68), consentendo a Parsons di arrivare indisturbato dal “lato cieco” e mettere a terra Goff. [Immagine 12 sotto]

I Lions riescono a “sopravvivere” al “Sack” appena descritto ma non al successivo che costringe la squadra di Detroit ad accontentarsi stavolta di un “Field Goal”, portando il divario ad un solo possesso con la speranza che l’ “offense” di Green Bay faccia un passo falso; passo falso che non arriverà mai.
In piena “Red Zone”, Parsons stavolta si schiera sempre in “9T” ma sul lato forte dell’attacco, in un fronte difensivo di tipo “Over” (“3T” sul lato del “TE”). [Immagine 13 sotto]

Si prospetta quindi un, seppur temporaneo, raddoppio sul “#1” grazie al “chip block” da parte del “TE” A. Firkser (#86), con l’avvertenza che in un secondo momento, dopo averlo rallentato, sarà il “RT” P. Sewell (#58) a prendersi in carico il “DE”.

Nell’immagine che segue si nota infatti il beneficio della giocata di Firkser, ma questo non impedisce a Parsons di passare al “piano B” sfruttando l’inerzia guadagnata per puntare l’ “A-Gap” sul lato opposto. Sewell si trova improvvisamente “bloccato” dal rookie “DT” W. Brinson (#91) che domina il “B-Gap” di fronte, mentre il raddoppio del “LG” Awosika (#74) sul “DE” R. Gary (#52) rende ancor più percorribile la strada verso il “Sack” intrapresa da Parsons. [Immagine 14 sotto]

I Detroit Lions (36% di terzi down convertiti per il 25-esimo posto nella lega) perdono così anche il secondo scontro divisionale contro i rivali del Wisconsin, imboccando un percorso verso la “post season” decisamente in salita.

✍️Boban Ratkushinoski per L’intercetto.it
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