L’Intervista a Lorenzo Brion di Halftime
Sono felice di avere nuovamente, dopo più di un anno, Lorenzo Brion qui su L’intercetto. Questa volta ci parlerà del suo progetto “Halftime” che si occupa del Football Americano in Italia e di altri aspetti più generali di sé e del Football in Italia.
D: Halftime è il tuo progetto per portare il Football Americano (giocato in Italia e in Europa), sia Tackle che Flag, all'attenzione degli appassionati italiani. Quindi, oltre a farti i complimenti per l'impegno e il prodotto che offri, vorrei chiederti quali sono gli obiettivi del canale, quali idee hai per il futuro e quali cose questa avventura ti sta portando?
R: Halftime è un progetto molto semplice, fatto di passione e amore per questo sport. Negli ultimi mesi il progetto ha avuto un inizio di evoluzione molto importante grazie a dei miei amici: uno dei miei obbiettivi per questo fine 2025 era quello di cercare persone appassionate ad aiutarmi con Halftime, visto che non riesco più a gestire la mole di lavoro che serve per aumentare la qualità dei contenuti. Adesso siamo in 4 a lavorare con molta calma ad Halftime, stiamo preparando un piano per gennaio con contenuti come recap settimanali della IFL, e non è per nulla facile farli, visto che mi è stato tanto richiesto. Ovviamente le interviste ai giocatori non si fermeranno, magari ne arriveranno di meno e non più una volta al mese, perché comunque ognuno ha i suoi impegni, oppure ci sono giocatori che non se la sentono o non vogliono proprio parlare della loro storia (e posso ben capire ciò, visto che non sono tante le persone che fanno quello che faccio io). Daremo il 100% su qualsiasi contenuto che faremo, abbiamo davvero tante cose in mente, tante rubriche, che dobbiamo ancora studiare, ma sono fiducioso che riusciremo a tirar fuori qualcosa di bello. Adesso ci concentriamo a fare le cose con calma, una yard alla volta, anche perché vorremmo espandere ancora il team.
D: Il movimento del Football Italiano sembra vivere di grandi contrasti. Tra belle vittorie (come il recente successo nel campionato Europeo di Flag maschile o la vittoria nell'europeo del 2021 con il Tackle, che ha riportato il tricolore al vertice europeo dopo le vittorie del 1983 e 1987).
Eppure ogni anno si assiste a squadre che scompaiono, fusioni, ridimensionamenti ecc. Tanti sono i problemi, e visto che te hai avuto modo sia di giocare a Tackle che a Flag ci vuoi parlare di quali sono i punti di maggior difficoltà per il Football in Italia?
R: Innanzitutto, a proposito del campionato Europeo di flag football, bisogna fare i complimenti alle formazioni femminile e maschile del Blue Team che si sono qualificate ai mondiali in Germania del 2026. La formazione maschile ha dimostrato di esserci vincendo il titolo, ma non scordiamoci anche delle ragazze che hanno dato l’anima e il cuore in campo, esse hanno un grande potenziale a parere mio. Restando in tema degli europei, ho sentito davvero tante cose al riguardo… cose che non mi spiego come addirittura una sorta di “sabotaggio” e persone che non hanno apprezzato e non hanno tifato la propria Nazionale.
Queste cose che sono successe sono molto tristi se fossero vere, perché così il movimento in Italia non cresce e i giocatori sono meno invogliati a inseguire il sogno della maglia azzurra. Parlando in generale invece, il nostro movimento credo che abbia un potenziale pazzesco, sia a Tackle senior e under, sia a Flag senior, under e femminile.
In Italia abbiamo giocatori di talento, disciplinati o comunque molto validi, potrei fare una bella lista di ragazzi giovani della mia età che hanno un grande potenziale. La difficoltà maggiore nel nostro sport è tenere i giocatori giovani in particolare: ho disputato solo 3 anni di giovanili completi a Tackle, ma in questi 3 anni ho scoperto e capito tante cose, parlando anche con tanti compagni di squadra, avversari, amici.
La risposta che mi hanno dato la maggior parte di loro, sul perché hanno mollato, vogliono mollare o sono indecisi, è per la maggior parte delle volte l’ambiente in cui giochiamo nel quale alcuni non si sentono a proprio agio. Io ci sono passato e posso ben capire, visto che ho pensato tantissime volte di mollare, ma così capite che diventa una battaglia non molto sana… ho rischiato di mollare anche a causa di un problema alla schiena nella mia ultima stagione di U18, nella quale il mio infortunio al posto di metterci solo un mese per risolversi ci ha messo 6 mesi, perché venne sottovalutata di molto la gravità. Ci sarebbero tante cose di cui parlare, oltre che della organizzazione dei campionati, oltre che delle squadre, come ad esempio il fatto che quest’anno non siano stati più di tanto pubblicizzati i campionati di Flag Football, dagli Under, Senior e Femminile sui social. Spero che nel 2026 cambi in particolare ciò perché c'è bisogno di far vedere il campionato di Flag, che secondo me è divertente da guardare, anche la Femminile che è molto sottovalutata. Dovremmo unire tutti quanti le forze, giocatori, società e Federazione e collaborare senza darsi battaglia, se vogliamo crescere. Sono fiducioso, dico davvero, so che le persone che sono in questo mondo sportivo farebbero tanto per il nostro sport.
D: Ora parliamo di te. Lorenzo Brion, quali progetti ha per la sua stagione sportiva 2025/26? Ti piacerebbe fare qualche esperienza all'estero magari unire lavoro e sport, fuori dall'Italia?
R: Attualmente la mia stagione di Coppa Italia Tackle 2025 si è già fermata a causa di svariati problemi, in primis a causa di una sospetta presenza di un trauma cranico da verificare. Ho deciso di non disputare la stagione per proteggere la mia salute, visto che sto cercando lavoro, non vorrei compromettere la ricerca o comunque l’assunzione a causa di infortuni a Football. Attualmente l’unica cosa che sto facendo è allenarmi per conto mio con un mio amico, abbiamo allestito una sorta di mini palestra nel suo garage, e sto cercando almeno di rinforzare il mio fisico in maniera più completa in preparazione per gennaio. Sto valutando se partecipare al Christmas Bowl dei Pirates, giusto per giocare a Flag Football, tornare in movimento e soprattutto conoscere nuove persone, e magari rincontrare vecchie conoscenze. Parlando invece del 2026, non vi saprei dire molto… attualmente sarei senza squadra purtroppo, sto valutando ora con calma solo una opzione per giocare a Flag Football. Tackle non ho idea a questo punto se vale la pena continuare visto che il mio fisico fa tanta fatica a reggere a tutte le botte, quindi si valuto per Flag, e sono aperto nel caso per parlare con altri team. Quello che cerco è un ambiente dove poter crescere serenamente, senza aver paura di sbagliare, magari in un ambiente giovane con tanta ambizione. Riguardo al giocare un campionato all’estero, purtroppo le possibilità sono davvero basse, perché dovrei in sostanza trasferirmi in un altro paese e trovare un lavoro per mantenermi. Però per rimediare sto pensando di fare qualche Bowl europeo di Flag Football insieme a Snatch-in, un brand Italiano di Flag Football in rapidissima espansione in Italia e in tutta Europa, per fare esperienza giocando, sia per allenare il mio inglese molto maccheronico. È da valutare a seconda degli impegni che avrò e a seconda della squadra in cui andrò a giocare, sono alla ricerca di nuovi stimoli, un qualcosa di nuovo da raccontare sui social, e un qualcosa che resti impresso nella mente per sempre!
D: In questi ultimi anni ho avuto la fortuna di seguirti e anche conoscerti. Stati diventando sempre più un riferimento per conoscere e seguire il Football Americano in Italia. Tramite i social e in giro per il Bel Paese sei sempre sul pezzo per condividere iniziative e parteciparvi in prima persona come questa estate al CALP 2025 (Chiefs a la Playa) organizzati dai Chiefs Ravenna. Vedo che sei anche in contatto con realtà come Snatch-In azienda italiana che vende prodotti per il Flag Football. Ti piacerebbe quindi diventare una sorta di promotore, o comunque una figura legata a questo sport in Italia?
R: Non credo di essere un punto di riferimento, sì mi piacerebbe magari diventare un punto di riferimento, come Flavio Piccinni, Nausicaa Dell’Orto, Tika e Ambra Marucci, a parere mio loro sono dei punti di riferimento molto importanti del nostro movimento. Ho preso spunto da loro per creare i contenuti per Instagram, YouTube e ogni tanto TikTok. Possiamo dire che si, sono le mie ispirazioni. Il mio obiettivo, quando parlo di dare notorietà al nostro Football, non è solo parlare dei campionati Italiani o far vedere la mia carriera nei campionati Italiani, ma anche di eventi esterni, come appunto il CALP 2025 organizzato dai Chiefs Ravenna! Il Chiefs a la Playa è uno degli eventi di contorno tra i più importanti che ci sia, che si disputa nei primi mesi d’agosto. La mia prima volta è stato il CALP 2024, dove sono andato con Snatch (con la quale abbiamo chiuso al 4° posto il torneo), e mi sono subito innamorato di tale evento! Spiaggia, mare, Football, birra, e amici, cosa c'è di meglio? Quest’anno sono stato con i Vikings Valtellina al CALP 2025 perché volevo fare una nuova esperienza in un ambiente nuovo per me, fuori dalla mia confort zone, e come l’anno scorso, il divertimento è stato assicurato (provare per credere). Diventare promotore di uno o più brand e di alcuni eventi in Italia? Mi piacerebbe davvero tanto, per me sarebbe un traguardo enorme collaborare con brand per pubblicizzare i loro prodotti o addirittura aiutare allo sviluppo di essi, anche di eventi sul nostro territorio! Sono una persona molto disponibile su questo fatto, ripeto mi piacerebbe un sacco, perché comunque anche queste realtà, come Snatch-In e il CALP, aiutano davvero tanto a espandere il nostro movimento anche all’estero. Dovremmo sostenere tali realtà, lo ripeterò fino allo sfinimento, abbiamo tutte le carte in regola per espanderci, dobbiamo solo restare uniti.
D: La vita spesso mette di fronte sfide che vanno al di là dello sport. Tutti abbiamo momenti più o meno difficili da affrontare e te spesso hai condiviso pensieri e concetti che parlano della salute mentale. Un tema che è sempre esistito e che forse dopo il 2020 è esploso in modo maggiore. Pensi che chiedere aiuto a psicologi sia ancora una sorta di tabù in questo paese? Insomma i dati parlano chiaro: 1 italiano su 5 ha bisogno di supporto psicologico e la media sale al 25 percento se si parla di ragazzi tra i 18 e 25 anni. Eppure è difficile trovare chi apertamente parla di ricorrere ad un aiuto.
Come mai e come pensi che queste dinamiche vadano maggiormente divulgate, magari fin dalle scuole?
R: Le persone hanno paura di essere giudicate, semplicemente. Molti pensano che dallo psicologo vadano solo i matti, invece ci vanno persone che sanno di non stare bene e sanno che hanno bisogno di supporto. Molti poi pensano che lo psicologo ti risolva i problemi, invece no, ti aiuta a trovare le armi per affrontarli! Molti ancora non vanno perché per loro vuol dire essere debole se vai da uno psicologo… Invece andare dallo psicologo è una cosa davvero coraggiosa e forte, credetemi, non è facile parlare di traumi e volerli affrontare. Io ho deciso di espormi su questo argomento, portando avanti con la creazione di alcuni post la mia causa, perché ho conosciuto ragazzi che giocano in campo ma che non stanno molto bene. L’ho fatto perchè voglio dimostrare che è normale andare da un professionista, è normale vivere con tutte le emozioni, è solo normale, tutto qua. Fidatevi, praticare sport o andare a lavorare quando avete la mente sovraccarica di pensieri, non è facile… ma se affrontate tutto quanto con estrema calma, vedrete che riuscirete a praticare sport e lavorare molto meglio. Quando giocavo che non stavo bene, facevo una fatica assurda a capire gli schemi che il coach mi spiegava perché nella testa avevo un qualcosa di molto più grande di me, poi dopo 4 anni, ho imparato a mettere da parte certi pensieri. Ci vuole tempo, tanto tempo. Credo che sì, dovremmo partire dalle scuole a spiegare che tutto ciò è normale, e aggiungo, nello sport le squadre/società/club dovrebbero avere un mental coach per aiutare davvero l’atleta a sgomberare la mente per performare al suo massimo.
D: Ora lasciamo il tema Football da parte e dicci, chi è Lorenzo Brion al di fuori di casco e paraspalle o flag? Quali sono le altre tue passioni e i progetti di vita di un ragazzo di 19 anni come te?
R: Se devo descrivermi: Lorenzo Brion è un ragazzo che non ha voglia di mollare e non ha paura ad aiutare il prossimo, una persona semplice, che se messa nelle condizioni può dare tanto in ambito umano. Progetti futuri e passioni, non saprei da dove cominciare: portare avanti le mie cause sicuramente, giocare a Football per più tempo possibile magari facendo esperienze all’estero, stare bene con me stesso e cercare di realizzare il sogno di correre in moto, più in specifico fare gare su strada e correre nel CIVS all’Isola Del Liri (magari se avrò un bel po' di budget, ma per ora rimane un sogno). Avrei mille cose per la testa, ma voglio pensare al presente. Ho solo 19 anni dopo tutto, tanta esperienza da fare ancora, e tante yard da fare!
Ringrazio Lorenzo per la bella ed interessante intervista e vi consiglio di seguirlo sui social a partire dal Canale Youtube di Halftime https://www.youtube.com/@lorenzobrion12 e alle sue 2 pagine Instagram, che vi lascio qui sotto:
IG Lorenzo Brion: https://instagram.com/lorenzo_brion_12
IG Halftime: https://instagram.com/_halftimepodcast_
Intervista di Fabio Bertini - L’intercetto.it
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