College Football: Top e Flop di Week 15

TOP (Power 4)
Indiana:
Gli Hoosiers ormai non sono più una sorpresa, ma una certezza che fa paura a molte rivali. Unica squadra ancora imbattuta prima di entrare ai playoff, prima posizione sia nel poll AP che nel tabellone dei playoff, ottenuta dopo aver sconfitto Ohio State per il titolo della BIG 10. E’ una squadra che ha dimostrato di saper reggere anche nei momenti in cui Fernando Mendoza è fuori dal campo (inutile dire che tifosi e staff hanno tirato un enorme sospiro di sollievo quando il candidato Heisman è tornato in campo dopo quel paio di azioni in cui l’ha sostituito il fratello Alberto).
I ragazzi di coach Cignetti hanno dimostrato di essere tosti e di non lasciarsi intimidire dagli avversari, come provato contro Ohio State, per cui questa loro forza mentale dovrĂ  essere messa in mostra con continuitĂ  da qui fino ai primi di gennaio se gli Hoosiers vorranno conquistare il loro primo titolo.

Georgia: Per quest’anno la sfida con Alabama si è conclusa in parità, con una vittoria a testa, ma i Bulldogs possono sicuramente essere più soddisfatti dei Crimson Tide perché con la vittoria Georgia ha aggiunto in bacheca un altro titolo della SEC e potrà godersi una settimana in più di riposo.
A inizio anno la squadra di Kirby Smart non sembrava far paura a molti, ma come la partita di Atlanta ha dimostrato i Bulldogs sono pericolosi in ogni aspetto del gioco: special team (il punt bloccato da Cole Speer ha dato inizio alla straripante prestazione dei Dawgs), attacco (Gunner Stockton non avrà lanciato per molte yard, ma ha concluso con un 20/26 a livello di passaggi, ma comunque dai suoi lanci sono arrivati 3 dei 4 touchdown di Georgia) e difesa (solo 7 punti concessi a un’Alabama che di solito ne segnava 31 di media). Non saranno spettacolari come gli anni scorsi, ma l’efficacia è il leitmotiv dei ragazzi di Kirby Smart quest’anno.

Texas Tech: Ripetere le prestazioni contro un’avversaria giĂ  affrontata nel college football è molto difficile (basti vedere Alabama con Georgia), fare addirittura meglio è quasi impossibile, ma probabilmente a Lubbock questa informazione non è arrivata, perchĂ©  nella sfida contro BYU i Red Raiders hanno sfornato una prestazione ancora piĂą strabiliante rispetto al primo incontro con i Cougars.
Il touchdown subito all’inizio non ha scoraggiato i ragazzi di coach McGuire, che dopo aver lasciato sfogare i Cougars per il primo quarto, hanno stretto le maglie della difesa (un plauso soprattutto va fatto a Ben Roberts che si è dimostrato l’incubo di Bear Bachmeier) e hanno iniziato a far girare bene il pallone anche nella metà campo offensiva.
SarĂ  interessante vedere cosa riusciranno a fare i Red Raiders in quel di Miami, quando affronteranno la vincente della sfida JMU-Oregon.

Menzione d’onore: Miami e Vanderbilt
Hurricanes e Commodores si meritano una menzione speciale nella parte top per motivi diversi, ma collegati tra loro.
Miami si guadagna la prima honorable mention per il percorso di quest’ultimo mese: classificata dal Committee sempre dietro a Notre Dame, fuori dal Championship Game dell’ACC a causa di un complicatissimo meccanismo di tie-breaker si ritrova ai playoff con la decima testa di serie, davanti a Notre Dame e senza aver disputato quella partita in più che avrebbe potuto dar loro un vantaggio in termini di record (le magie del mondo del college football).
Dall’altra parte abbiamo Vanderbilt che, in un atto di disperazione, ha deciso di buttare sul tavolo tutte le proprie fiches per coronare al meglio questa fantastica stagione, cercando di organizzare una tredicesima partita il sabato dei Championship Games sperando di convincere il Committee a includerli nel tabellone playoff. Il problema di tutto ciò è stato che la decisione è stata presa solo nella mattinata americana di giovedì, e in 72 ore non c’erano né i tempi legislativi, né logistici per poter organizzare una partita.

TOP (Group of 5 + FCS)
Tulane Green Wave:
Una stagione difficile, probabilmente la più difficile delle ultime quattro per i Green Wave che nella AAC hanno trovato una concorrenza agguerrita. Eppure Jon Sumrall e i suoi ragazzi sono riusciti a conquistare nuovamente il Championship ed a vincerlo con l’autorevolezza della grande squadra. Una partita dominata dai Green Wave soprattutto con la difesa che con cinque turnover, cinque sack e sette tackle for loss ha annichilito l’offense dei Mean Green, uno dei più spettacolari della stagione. Una vittoria che consente a Tulane di accedere ai CFP con il seed n. 11 il giusto premio ad un roster e un coach strepitosi.

Kennesaw State Owls: Un programma giovane, nato nel 2015 e da sole due stagioni in FBS dopo aver fatto rodaggio nella FCS. La stagione di esordio in FBS è stata difficile, con sole due vittorie e l’ultimo posto in Conference USA, nessuno poteva aspettarsi di vederli addirittura campioni. La vittoria 19-15 nel Championship Game contro i favoriti Jacksonville State Gamecocks rappresenta al meglio l’essenza di un gruppo che ha saputo soffrire e lottare senza arrendersi. In vantaggio per gran parte della partita sfruttando i pochi errori della difesa dei Gamecocks, gli Owls hanno subito la rimonta degli avversari nella seconda parte dell’ultimo quarto, ritrovandosi a -3 con quattro minuti da giocare. Trascinati da un grande Amari Odom (246 yard e 1 TD) hanno trovato la forza di reagire e prendersi una vittoria difficile da pronosticare ad inizio stagione.  

Maddux Madsen e Spencer Danielson: Boise State saluta la Mountain West vincendo il suo terzo titolo consecutivo, il sesto in nove partecipazioni al Championship dal 2014. Grande protagonista della stagione è stato sicuramente coach Danielson che ha saputo dare stimoli e risorse ad un gruppo sazio da anni di vittorie, facendo fronte a tanti infortuni che hanno condizionato la corsa dei Broncos. Nel Championship game Danielson ha ritrovato il suo leader, il QB Madsen (289 yard e 4 TD) che, con una prestazione perfetta, ha guidato l’offense dei Broncos alla vittoria contro l’ostica difesa dei Rebels. Madsen ha saputo dare una nuova dimensione all’offense dei Broncos, meno legata al running game, ed ha dimostrato quella leadership che era mancata ai Broncos durante la sua assenza. Una bella vittoria prima di iniziare il nuovo viaggio nella rinata PAC 12.

FLOP (Power 4)
Alabama:
Se Athens gioisce, Tuscaloosa si preoccupa perché il Championship Game ha messo in luce le enormi difficoltà della squadra di Kalen DeBoer che deve disputare i playoff come testa di serie numero 9 solo per il nome che porta sullo stemma più che per le performance mostrate in campo quest’anno perché a distanza di 2 anni i Crimson Tide si ritrovano in una situazione controversa per i playoff.
L’avversaria che si presenta di fronte è Oklahoma (una delle squadre che ha sconfitto Alabama quest’anno) e Kalen DeBoer deve preparare al meglio la sfida, perché già la sua squadra è entrata ai playoff per “grazia ricevuta” e un’eventuale sconfitta non farebbe altro che scatenare ulteriori polemiche.

BYU: Se c’è una cosa che coach Kalani Sitake ha capito in questa stagione è che per avere una possibilitĂ  playoff, bisogna superare l’ostacolo Texas Tech. Nel Championship Game i Cougars erano partiti meglio rispetto alla sfida di Lubbock, ma dopo quel touchdown di LJ Martin il buio  totale è sceso su BYU.
Bear Bachmeier è apparso totalmente nel pallone e sopraffatto dalla difesa di Texas Tech, così come allo stesso modo la difesa dei Cougars non ha saputo trovare contromisure efficaci alla strapotenza di Behren Morton e compagni (una buona notizia per la difesa di BYU è che Morton è senior, per cui l’anno prossimo non lo dovranno più affrontare).

Il triangolo CFP – ACC – Notre Dame:
Nuova stagione, vecchie abitudini: il Committee presenta i nomi delle squadre che andranno a giocarsi il titolo nazionale e come sempre si scatenano le polemiche.
Due anni fa Florida State lasciata ingiustamente fuori dalle 4 finaliste dopo una stagione da 13-0 (fu preferita loro Alabama) minacciò di lasciare la ACC per cercare di avere un po’  piĂą di rispetto da parte del Committee; l’anno scorso fu l’assegnazione della bye week alle 4 squadre campioni di conference meglio classificate nel ranking (con polemiche sul riposo dato a Boise State campione della Mountain West); quest’anno invece la polemica riguarda l’esclusione di Notre Dame dalle 12.
La situazione va però analizzata passo passo: Miami e Notre Dame hanno concluso la stagione con lo stesso record (10-2), con due percorsi diversi: Miami con una stagione un po’ altalenante, Notre Dame dopo le due sconfitte iniziali ha inanellato una striscia di 10 vittorie consecutive e negli ultimi ranking è sempre stata classificata dal Committee davanti a Miami.
Un aspetto che però il Committee sembra non aver considerato nelle sue valutazioni è lo scontro head-to-head, perché non dimentichiamo che in week 1 Miami ha sconfitto Notre Dame e lo scontro diretto è sempre stato (o almeno così presumiamo) un criterio di valutazione del Committee per risolvere le parità di classifica.
Per risolvere questa situazione sarebbe bastata piĂą chiarezza da subito oppure posizionare Miami davanti a Notre Dame nelle previsioni precedenti.
Passiamo alla ACC, che grazie a Miami può vantare almeno una presenza ai playoff, perché il contorto sistema di tie-breaker aveva classificato gli Hurricanes al terzo posto della conference, offrendo la chance di giocarsi il titolo di conference a Duke e Virginia.
Nulla contro i Blue Devils, ma vedere una squadra che ha chiuso la stagione regolare 7-5 (8-5 se consideriamo anche il Championship Game), dopo aver affrontato una sola avversaria ranked, sopravanzarne una che ha trascorso buona parte della stagione attorno alla top 15 del ranking e ha un record di 10-2 fa alzare qualche sopracciglio.
Ecco perché il Committee alla fine ha preferito inserire Miami nelle 12 come large bid, assegnando le ultime due posizioni a JMU e North Texas.
Arriviamo quindi all’ultimo punto: lo snub di Notre Dame. Il dibattito si è acceso perché, se da una parte viene apprezzata l’idea di dare alle squadre del group of 5 una possibilità per il titolo, dall’altra sono molti i sostenitori della tesi opposta ovvero: “questa non è la March Madness, le Cinderella Story nel football sono più difficili che nel basket”.
Anche in questo caso la verità sta nel mezzo, perché sicuramente il format del tabellone a 12 è nato per avere dei nomi diversi dai soliti nella lotta per il titolo, d’altra parte viene da chiedersi quale possa essere l’apporto di JMU o North Texas alla competizione.
Le parole dell’AD di Notre Dame (che ha vissuto l’esclusione degli Irish come un oltraggio e ha dichiarato di non accettare alcuna proposta per i bowl) fanno sorgere un quesito interessante. Notre Dame in tutti gli sport è legata all’ACC, ad eccezion fatta per il football, dove mantiene il suo status da indipendente (mossa finanziariamente più conveniente perché così facendo può gestire più liberamente i propri accordi televisivi e non deve spartire con nessuno gli introiti derivanti): dal punto di vista sportivo sarebbe il caso di iniziare a pensare a un’eventuale entrata nella conference, per risolvere una gran parte dei problemi che ogni anno circondano gli Irish (come ad esempio il calendario, che molte volte è il cosiddetto “cupcake calendar”).
Da prendere con cautela è la notizia dell’accordo raggiunto tra Notre Dame e CFP Committee volto a garantire dalla prossima stagione un posto fisso nelle 12 squadre agli Irish. La notizia ha già scatenato le ire di diversi AD delle altre università, che hanno già annunciato di voler rimuovere dai loro calendari qualsiasi partita da disputare con Notre Dame.
La situazione è alquanto spinosa e sicuramente sarĂ  argomento di discussione fino all’inizio della prossima stagione. 

FLOP (Group of 5 + FCS)
North Dakota State Bison:
Incredibile in FCS. I Bison, grandi dominatori della FCS degli ultimi quindici anni, sono stati eliminati nel secondo turno dei playoff dopo aver completato la regular season da imbattuti ed al termine di una partita controllata fino a 2:44 dalla fine, quando erano in vantaggio 28-14. Una sconfitta incredibile per i Bison che non hanno saputo capitalizzare al meglio i cinque intercetti lanciati da Rittenhouse, lasciando per ben 42 minuti il possesso ad Illinois State e producendo appena 179 yard. L’assenza di cattiveria e determinazione offensiva è stata pagata nei minuti finali quando anche la ormai stana difesa è crollata subendo i colpi del duo Rittenhouse-Sobkowicz. Tre TD negli ultimi sedici minuti, due dei quali negli ultimi tre, ed una rimonta fino al 29-28 finale che ha il sapore di leggenda.  

Miami RedHawks e UNLV Rebels: RedHawks e Rebels ancora sconfitte. Da tre anni questi due college riescono a qualificarsi per il Championship di MAC e Mountain West ma, fatta eccezione per la vittoria da underdog dei RedHawks due stagioni fa contro Toledo, sono arrivate solo sconfitte. Quelle di questa stagione sono state nette, entrambe dominate da avversari più forti e determinati. I RedHawks sono stati dominati da Western Michigan restando in partita per appena 10 minuti prima di crollare (23-13) dinanzi ad un avversario più completo e di maggiore talento. I Rebels, invece, hanno smarrito la solidità del reparto difensivo subendo la serata stellare di Madsen e ritrovandosi in svantaggio di tre segnature già ad inizio secondo quarto. Il tentativo di rimonta si è fermato al -7 di inizio terzo quarto prima di crollare definitivamente ed arrendersi al 38-21 finale. Ci riproveranno la prossima stagione ma le occasioni perse iniziano ad essere troppe.

Lehigh Mountain Hawks: Brutta sconfitta per gli Hawks, la prima stagionale che comporta l’eliminazione dai playoff della FCS. Una sconfitta piena di rimpianti perché in questa stagione c’era lo spazio per arrivare fino in fondo. Nella sfida contro Villanova, i dominatori della Patriot League si sono arresi per 14-7 nonostante le 339 yard di possesso prodotte da un attacco al quale è mancato il cinismo e la qualità che, invece, lo aveva contraddistinto in regular season. Una brutta prestazione per un reparto che in stagione ha avuto una media di oltre 34 punti a partita e si è spento nel momento cruciale. E’ il caso di dire “non tutte le favole hanno il loro lieto fine”.

✍️Loris Perego (P4) e Danilo Fontana (G5+FCS) - L’intercetto.it
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