College Football Playoff: Il Tabellone, le 12 Squadre, i Criteri di Selezione e qualche Polemica.

Come ogni anno è arrivata la tanto attesa selezione delle 12 Università che si contenderanno il Titolo Nazionale.
Sarebbe semplice se non fosse che, per il meccanismo con cui si creano i calendari del Football Universitario, non si può mai stabilire con oggettività chi meriti un seed migliore o peggiore.

Ecco che per “ovviare” al problema ci si affida al Selection Committee (Comitato di Selezione) che ogni anno, dal 2014, è chiamato a scegliere le squadre che accedono ai playoff. Fino al 2023 le squadre erano 4, poi dal 2024 si è passati a 12.
Il Comitato del CFP (College Football Playoff) è composto da 13 membri, che hanno una durata di circa 3 anni. Sono composti da un direttore atletico di ciascuna Power 4 (SEC, Big Ten, Big 12 e ACC) più altri 8 che sono ex giocatori, allenatori o direttori atletici e un membro esterno che può essere un giornalista o di altra provenienza (pensate che, tra il 2014 e 2016, c’è stata anche Condoleezza Rice ex segretaria di stato USA).
Quindi come capirete, la forza delle Power 4 nelle decisioni è certamente di rilievo e non mancano personaggi sui quali ci sarebbe da dire sul loro livello di competenza. Detto questo così è formato il CFP Committee.

Veniamo ora ad analizzare le 12 Università scelte per questi playoff.
Con il seed numero 1 (attenzione scrivo seed perché il CFP ranking, per le posizioni 11 e 12 è diverso) troviamo, senza sorprese, Indiana che, grazie alla vittoria nel Championship della Big Ten su Ohio State (ex numero 1), è ovviamente passata in vetta.
Quindi poi a completare gli altri 3 seed che usufruiscono del turno di bye, ci sono in ordine: Ohio State (2), Georgia (3) e Texas Tech (4).
Qui abbiamo il primo cambiamento rispetto al 2024, quando le 4 squadre con il bye erano, per regolamento, le 4 vincitrici di Conference con il ranking più alto. Ecco perché Boise State fu messa al seed 3 nonostante fosse la numero 9 del ranking. Inoltre si era pensato, sbagliando, che i primi 4 seed sarebbero andati alle vincitrici delle Conference di Power 4. Siccome ci era finita una Group of 5 ecco che per il 2025 questo criterio è stato tolto, a favore delle prime 4 nel ranking indipendentemente dall’aver vinto o meno la propria Conference. Furbi, no?
Nonostante questo, i 5 campioni di Conference con il ranking più alto hanno di diritto un posto ai playoff e se sono fuori dalle prime 12 posizioni del ranking, vi accedono con i seed 12, 11 ecc. Ricordiamoci questo passaggio…

Proseguendo con il seed troviamo dal 5 al numero 8 le Università che giocheranno il primo turno di playoff in casa.
Ovvero Oregon (5), Ole Miss (6), Texas A&M (7) e Oklahoma (8). Ed anche fin qui tutti d’accordo.

Arriviamo adesso alle ultime 4 posizioni, dalla 9 alla 12.
Ricordiamoci che al momento abbiamo nel tabellone solo 3 squadre campioni di Conference, quindi Indiana (1), Georgia (3) e Texas Tech (4). Quindi dei 4 posti restanti 2 devono, per regolamento, andare a 2 vincitrici della loro Conference.
Ok, ma chi ci va? Le Conference sono 9 (Pac-12 non è più una Conference effettiva, lo tornerà ad essere nel 2026). Ecco qui succede il primo casino…sicuramente una Group of 5 è dentro e ovviamente era la AAC (American) che vedeva affrontarsi Tulane (20) e North Texas (24). Vittoria dei Green Wave, quindi dentro Tulane. Che avrà il seed 11!
L’altra sarebbe andata alla Power 4 rimasta ancora fuori, ovvero la ACC. Si sfidavano Virginia (17) e Duke (fuori dal ranking) con un record alla vigilia di 7-5. Indovinate chi ha vinto? (non barate, se lo sapete già non vale…) Duke, sì. Signore e signori Duke invece di pensare al Basket è andata a vincere la ACC (non accadeva dal 1962 escludendo il 1989 che fu pari merito) da Unranked.

Ecco quindi il primo grande problema. La ACC ha la vincitrice di Conference che è Unranked e oltretutto con un record di solo 8-5. Impossibile metterla dentro.
Allora che si fa? Alabama prima delle finali era la numero 9, Notre Dame la numero 10, BYU 11 e Miami 12. Quindi BYU e Miami erano le prime escluse. BYU si è fatta fuori, perdendo contro Texas Tech la BIG 12, quindi ciao. Miami non giocava, e quindi come facciamo a farla salire? Gli Hurricanes avevano, in stagione, giocato e vinto contro Notre Dame ed ecco che allora la mettiamo davanti ai Fighting Irish con il numero 10 e Notre Dame a piangere fuori.
Insomma alla fine è andata più o meno così.
Sì, ma manca ancora la 5a vincitrice di Conference. Ovvero James Madison (25) che battendo Troy si è laureata campione della Sun Belt, ed essendo già nel ranking rispetto a Duke ed avendo un record di 12-1 si aggiudica il posto numero 12.

Alla fine tutto giusto, non si può polemizzare più di tanto. È una classifica giusta, ma quello che onestamente non accetto è come fai a far scambiare posizione tra Miami e Notre Dame se non hanno giocato nessuna delle due? Qui è l’errore più grave, anzi l’errore sta a monte ovvero quando è stata messa Notre Dame davanti a Miami nonostante un record identico e lo scontro diretto a vantaggio degli Hurricanes. Tant’è che lo stesso parametro era stato usato settimana scorsa per mettere Texas davanti a Vanderbilt. Stesso record, ma scontro diretto in favore dei Longhorns.

Insomma come sempre tanta confusione, più dovuta al fatto di voler gestire le posizioni su parametri soggettivi, per poi provare a correggere in corsa le cose, perché altrimenti la ACC non avrebbe avuto nessuna squadra ai playoff.

In conclusione i playoff a 12 fanno il solito casino di quelli a 4 e probabilmente le partite belle (visto lo scorso anno) non saranno molte di più anche avendo allargato il tabellone.

Soluzione? Io l’avrei. Ai playoff ci vanno solo, e ripeto solo, le vincitrici di Conference. Delle 6 Conference minori (il ritorno della Pac-12 lo considero un allargarsi delle Group of 5 a Group of 6) si sfidano e consegnano 3 vincitrici, le quali affrontano 3 delle 4 Power 4 vincitrici delle loro Conference con il ranking “peggiore” quindi 6 squadre, delle quali ne usciranno 3 che si uniranno alla vincitrice della Power 4 con il ranking più alto e andranno a fare le semi finali per determinare chi si giocherà il titolo nazionale.
Esempio pratico in base a questa stagione: Indiana numero 1 aspetta. Le Group of 5 (l’anno prossimo saranno 6) si sfidano e le vincenti andranno a giocare contro: Georgia, Texas Tech e Duke. Chi prosegue si troverà nelle semifinali Indiana e da lì fino al National Championship.
In questo modo sarebbe più oggettivo, visto che il record di Conference si determina su 8 partite e con maggior equilibrio rispetto a considerare il record assoluto, in cui ci sono 4 sfide di non-conference che spesso sono giocate contro avversari di bassa fascia o FCS ed altre come nel caso di Texas contro Ohio State. Insomma un minimo di senso in più lo avrebbe.
Ah e dimenticavo le Indipendent, come Notre Dame, sarebbe l’ora che si accasassero in una Conference.
Tanto non lo faranno mai, perché si vuole quante più Powerhouse possibili per gli incassi delle TV e di ESPN che ha i diritti sul College Football Playoff.

Voi cosa ne pensate? Avete una soluzione? Scrivetelo nei commenti. Grazie

✍️Fabio Bertini - L’intercetto.it
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