College Football: LSU - il licenziamento di Coach Kelly e il futuro del Programma.
Nella nostra notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre la sconfitta a Baton Rouge da parte di LSU per mano di Texas A & M ha, di fatto, scatenato una valanga ancora in corso su tutto il programma di football universitario della Louisiana State University, più conosciuto come LSU Tigers.
Tale bruciante sconfitta, accompagnata da cori sugli spalti che chiedevano il licenziamento del capo allenatore Brian Kelly, è stata seguita dall’effettivo licenziamento del HC nonostante l’onerosissimo contratto ancora in essere.
Andiamo per ordine.
La stagione 2025 -2026 doveva essere per i Tigers l’occasione per andare a caccia del titolo nazionale e perfino Lee Corso (volto College GameDay), nella sua ultima puntata prima della meritata pensione, ha scelto i Tigers come potenziali campioni di questa stagione.
I Tigers, per la prima volta molto aggressivi nel “transfer portal”, partivano con i favori del pronostico grazie al combinato disposto di un attacco guidato da un QB esperto come Garrett Nussmeier, che nel 2024 aveva superato le quattro mila yard lanciate, e una difesa guidata da Harold Perkins Jr. rinforzata tramite il portale dei trasferimenti.
Inoltre, trattandosi questa della quarta stagione, per Brian Kelly doveva essere l’anno in cui raccogliere i frutti del percorso iniziato con la sua assunzione.
Risultati:
Cosa ha portato al licenziamento di Brian Kelly?
In primis i risultati, il record nelle singole stagioni sono stati: 10-4, 10-3, 9-4 e l’attuale 5-3 a seguito dell’ultima sconfitta con gli Aggies.
Al di là dei numeri, a decidere le sorti del HC è stata la sua incapacità di rendere competitivo, per raggiungere i Playoff, uno dei programmi con maggior tradizione del football universitario.
Il record contro le squadre ranked è ignominioso (totale 5-11) e quello di questa stagione (1-3) non fa eccezione (unica vittoria con Clemson al debutto stagionale che attualmente ha un poco invidiabile record di 3-5).
Dal punto di vista del gioco LSU nei quattro anni di Brian Kelly non ha avuto completezza, quando l’attacco era ben rodato la difesa mancava o viceversa.
In questa stagione la difesa è sembrata l’unità più in forma ma, contro i rivali più importanti, ha sofferto il gioco di corse, non solo dei running back ma specialmente dei QB cosiddetti Dual-threat.
Ai risultati di campo si aggiungono nell’ordine l’insofferenza con la stampa (virale il suo sfogo “abbiamo vinto una partita, questa è la SEC e voi mi chiedete delle corse”), l’incapacità di adattamento al nuovo corso del college football tra transfer portal e NIL, il mancato legame con le tradizioni locali in un programma la cui forza principale è il reclutamento dei giocatori del proprio Stato che ne sentono fortemente l’appartenenza.
Anche la capacità di legare con i giocatori sembra sia stata un problema per Kelly, viste le poche/nulle reazioni a suo favore nella fase di licenziamento.
Non tutto è stato grigio però! Perché dei quattro anni guidati da Kelly la prima stagione (2022) era stata archiviata in modo tutto sommato positivo, conclusasi con la sconfitta nella finale per il SEC Championship contro Georgia (poi campione nazionale) e, tale stagione, includeva la vittoria con l’odiata Alabama.
A Kelly inoltre va riconosciuto il merito di aver costruito nel 2023 un attacco strabiliante che ha portato Jayden Daniels alla vittoria del Heisman Trophy con quasi cinquemila yard complessive in stagione.
Di certo l’incapacità di avere un roster competitivo in entrambe le parti del campo è un difetto che in questa era di college football non è ammissibile, su questo e sulle scelte dei collaboratori la riflessione di Brian Kelly deve essere profonda.
Se a tutto ciò aggiungiamo che, nel mentre, Notre Dame (di cui era capo allenatore) è arrivata alla finale del Championship NCAA e LSU non si è nemmeno affacciata ai Playoff allargati, ecco che complessivamente parliamo di una bocciatura senza possibilità di rinvio.
Le ampie risorse messe a disposizione di Kelly sono state inversamente proporzionali ai risultati e il fallimento è certificato nel momento in cui viene fatto il paragone con i tre precedenti capoallenatori che possono tutti vantare un campionato vinto.
Contratto:
Il contratto firmato nel 2022 prevedeva 10 anni per complessivi 100 milioni di dollari (10 milioni a stagione) di cui circa il 90% garantiti.
Chiaramente un contratto di questo tipo è stato negoziato tenendo conto della forte volontà di LSU di avere i servizi di Brian Kelly, il quale a Notre Dame aveva il posto assicurato fino al suo ritiro.
Capite subito che per l’ammontare delle cifre in ballo il licenziamento, seppur arrivato già la domenica, non è stato deciso a cuor leggero.
In dettaglio sono circa 54 milioni ancora da riconoscere a Kelly ora licenziato, circa 15 milioni per l’eventuale licenziamento di tutto il suo staff, oltre al nuovo accordo ancora da negoziare con quello che sarà il prossimo coaching staff dei LSU Tigers.
Il licenziamento è arrivato nel momento in cui Scott Woodward (Athletic Director) ha avuto la conferma da parte degli “investitori/supporter” del programma dell’investimento dei 10 milioni circa (tramite donazioni) necessari per coprire un anno di contratto. Inoltre sappiamo che il contratto prevede la riduzione del compenso dovuto qualora Kelly dovesse firmare un nuovo accordo, sia esso in campo o fuori dal campo (esempio con le televisioni).
Conseguenze:
La Louisiana State University, come indica il nome, è un’università statale in cui le decisioni, seppur autonome, hanno un certo tipo di condizionamento da parte della situazione politica e in particolare del Governatore.
Il Governatore Jeffrey Martin Landry aveva già in passato criticato alcune scelte di Woodward (in carica dal 2019), con il quale non condivide “l’appartenenza” politica, e il fallimento del programma di football è stata occasione utile per il suo allontanamento.
Woodward senza dubbio ha fallito con Kelly e paga la durata del contratto, infatti dieci anni sembrano ora una follia.
Complessivamente Woodward nella sua gestione può vantare comunque tre titoli nazionali portati in bacheca della sua Alma Mater, due nel baseball maschile e uno nella pallacanestro femminile (di cui LSU è la squadra forse più di tendenza), e risultati più che positivi nell’atletica, ma tutto ciò in uno stato dove il football è quasi una religione non è bastato per garantirgli il mantenimento dell’incarico.
Oltre al citato Woodward è stato sollevato dall’incarico il coordinatore offensivo Joe Sloan, da molti indicato come possibile testa da sacrificare nel caso in cui Brian Kelly fosse stato confermato.
Per gli affari correnti e chiusura della stagione è stato nominato allenatore ad interim Frank Wilson, nativo della Louisiana e già nello staff dei Tigers dal 2021, per il quale si prospetta un debutto di fuoco in trasferta ad Alabama.
What’s next?
Completata questa stagione ci saranno tante scelte da fare nello stato della Louisiana a partire dall’AD e dal capo allenatore e, probabilmente, saremo sommersi dai tanti rumors, più o meno attendibili. Tra le panchine disponibili, infatti, LSU potrebbe essere la più ambita nonostante non sia famosa per grandi “supporters economici” ma la cui forza nasce dalla passione per il football nello stato.
Dobbiamo quindi aspettare gli eventi, in questa fase è tutto verosimile ma non tutto credibile.
✍️John Comencini Calao per L’intercetto.it
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